Antico e Nuovo - Il Seminario di San PIetro Martire in Seveso
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Antico e Nuovo - Il Seminario di San PIetro Martire in Seveso
Seminario Arcivescovile di Milano - 1999
Fotografie di Luca e Pepi Merisio
Lyasis edizioni - 1999
L’ex convento di San Pietro martire si trova a Seveso, in Via S. Carlo accanto al Santuario di San Pietro martire.
Tipologia: Complesso conventuale.
Subito dopo il martirio (1252) e la canonizzazione del martire domenicano Pietro da Verona, in suo ricordo e in suo onore, grazie all’iniziativa di alcuni religiosi umiliati fu eretta una cappella ed un
hospitale destinato ad accogliere viandanti e pellegrini sul luogo dell’uccisione. L’area detta di S. Pietro è infatti citata in numerose pergamene tra il 1252 e il 1300. Nel corso del secolo XIV agli Umiliati subentrarono i Domenicani: con decreto del giugno 1373 Papa Gregorio XI concesse a detto Ordine la facoltà di «ricevere, fondare, costruire e ritenere in perpetuo la chiesa e l’ospizio di San Pietro Martire». Il desiderio dei Domenicani di dotare il loro convento di un edificio più grande e consono di quello esistente, anche sotto l’aspetto architettonico ed decorativo si concretizzò grazie all’intervento del conte Giulio Arese nel corso del Seicento, con la fondazione di un comitato, l’Opera Pia Arese. I lavori edilizi di costruzione della nuova chiesa e del nuovo convento ebbero inizio nel 1660 e terminarono nel 1685, sempre grazie alla generosità degli Arese, su progetto di Girolamo Quadrio o forse, in una fase iniziale, di Francesco Castelli.La completa trasformazione del complesso del XVII secolo, grazie alla cospicua donazione dei conti Giulio e Bartolomeo Arese, permise realizzazione degli edifici organizzati in un quadrilatero di circa 70 metri per lato, agganciato alla chiesa preesistente, rielaborata in nuove forme. Il chiostro aveva la facciata principale rivolta verso un piazzale e al centro della stessa si apriva l’ingresso che consentiva l’accesso diretto al porticato interno che correva sui quattro lati, ognuno ornato con 13 arcate in cotto e pavimentato in cotto. Il corpo edificato comprendeva un noviziato e gli spazi funzionali alla vita monastica.
Con l’avvento della Repubblica Cisalpina, nel 1798, i Domenicani lasciarono definitivamente il convento soppresso, che venne acquistato nel 1818 dalla Curia di Milano per accogliere il Seminario Minore Arcivescovile. Negli anni successivi furono effettuati ingenti lavori per adattare il convento alle nuove funzioni seminariali. Nel 1838 e 1839 l´architetto Giacomo Muraglia concludeva le opere di ripristino, rispettando intelligentemente l´impianto progettuale già indicato del Pollack. Dopo un successivo progetto di ampliamento del complesso conventuale, redatto dall’ing. Spirito M. Chiappetta agli inizi del ‘900, intorno al 1930, si ebbe l´ultimo grande ampliamento ad opera dell´architetto Giovanni Maggi.
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