L'anima dell'Industria

L'anima dell'Industria - Un secolo di disegno industriale nel milanese.

a cura di A. Pansera

Skira editore 1996

pagine 242, con  numerose illustrazioni.

Sovracopertina illustrata.

ISBN 9788881182121

Inventario, repertorio, archivio, censimento... termini che negli anni non poi così lontani dell'affermazione della "modernità "apparivano riservati agli specialisti del passato", oggi, scrive nella sua introduzione a questo volume Due-ciò Bigazzi, hanno perduto ogni connotazione negativa, anzi, "la sistematica ricognizione del passato è ora associata a valori di utilità, addirittura di indispensabilità... ".
Ricostruire il passato, riannodare i fili di una storia per ripensare e ritrovare radici forti, energie vitali, stimoli e memorie creative.
Ma anche, proprio dal confronto con quanto e stato, trarre esperienza e giudizio per quanto ancora e, per quanto, soprattutto, sta nascendo. Ed e questo che si propone un libro che ha il coraggio di utilizzare la parola "anima" nel suo titolo. Anima di guardarsi indietro per meglio tracciare la strada da percorrere. Anima da riscoprire nelle opere e nelle intuizioni del lavoro, lavoro che si è fatto e si fa progetto e prodotto.
Così, dopo l'ampia e appassionata ricognizione della storia e dei territori percorsi dal disegno industriale in auasi un secolo di storia milanese e lombarda, operata da una "specialista militante" quale da quasi vent'anni Anty Pansera, troviamo le pagine dedicate alle aziende che hanno fatto la storia sociale, economica e, a volte, politica di Milano e della sua provincia. Nomi imprescindibili come Breda, Pirelli, Montecatini; come Tecnomasio e Salmoiraghi e Riva Calzoni. Strutture produttive gigantesche che hanno segnato il destino di interi comuni come Sesto San Giovanni e connotato in senso operaio la grande città lombarda. Ma anche nomi meno altisonanti, o perlomeno meno "ingombranti" come le tante aziende brianzole del mobile, che hanno vitalizzato e qualificato l'operosità di terre un tempo soltanto agricole o dedicate ai piaceri della villeggiatura. O, ancora, nomi quali Isotta-Fra-schini, Alfa Romeo, Touring, Zagato, che testimoniano di un passato automobilistico che non è soltanto torinese, o Richard-Ginori e Società Ceramica Lombarda, che stanno a dimostrare come anche sui Navigli fiorissero gusto e sapienza decorativa.
E potremmo continuare, poiché ogni nome che si succede in rigoroso ordine alfabetico nelle pagine di questo libro è in realtà una storia, un'avventura, una porzione di quella grande realtà che è stato ed è il lavoro in questa città e in questo territorio.
E in ognuno di questi nomi, oltre ai prodotti, leggiamo anche la storia del design, di quell'attitudine progettuale che ha infuso, e infonde, le peculiarità estetiche, tecnologiche, funzionali che hanno reso, e rendono tuttora, così straordinari e inconfondibili i frutti dell'operosità industriale e manifatturiera del Milanese.
Il design, dunque, quella capacità di "dar forma" ai prodotti dell'industria, e felice realtà nata qui, a Milano e nella sua provincia, e qui ha operato con sempre maggiore consapevolezza, riversando entusiasmo e capacità creativa in tutti i campi, "dal cucchiaio alla città ", come disse Ernesto Nathan Rogers nei giorni fervidi della Ricostruzione. Quella visione progettuale che è l'"anima" segreta e forte della perfezione meccanica , che veste di forme ora domestiche e pratiche, ora seducenti e avanguardistiche gli oggetti, le "cose", che costruiscono l'habitat pubblico e privato.
Cose che tutti abbiamo usato, forse anche amato. E tutte legate indissolubilmente al lavoro, alle capacità imprenditoriali e operative delle aziende grandi e piccole delle quali qui viene narrata la storia. O, meglio, la vita.

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