Dominique Fernandez - Il ratto di Ganimede
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Dominique Fernandez - Il ratto di Ganimede La presenza omosessuale nell'arte e nella società
Milano, Bompiani, 1991.
edizione con illusrtazioni in bianco e nero
Dominique Fernandez, figlio dello scrittore Ramòn, destreggiandosi tra storia, storia dell’arte e sociologia, ci propone, in questo suo studio del 1989, un itinerario nell’omosessualità che dalle civiltà classiche giunge alla Francia del '900. Dopo un’introduzione dedicata all’interrogativo in merito all’omosessualità come fatto naturale o culturale, l’autore, nella sua indagine storica sui costumi della modernità, si sofferma sull’infamia gettata sugli eunuchi nel XVIII secolo, sulla generalizzazione indebita dei concetti di corruzione e di depravazione ad opera della polizia e della medicina nel XIX secolo, sulla questione dell’omosessualità nella Germania di Bismarck e nella Germania nazista, sui giudizi della psicanalisi che sostituirà, non senza una componente discriminante o comunque pregiudizievole, con le categorie di malattia e nevrosi quelle oramai antiche di tara e vizio. La seconda parte, squisitamente artistico-letteraria, è dedicata invece ad un’analisi della poetica omosessuale lungo la storia dell’arte, della musica, della letteratura e del cinema. I riferimenti sono molteplici: dal nudo maschile nell’arte neoclassica a Rimbaud e Verlaine, Da Mozart a Britten, da Wilde all’erotismo di Kavafis, da Mishima a Gide, Da Ejzenštein ad Almodóvar.
Nell’interessante introduzione al saggio, Fernandez, a dispetto della tanto comoda teoria che vorrebbe la pratica omosessuale come atto contro natura - teoria peraltro abbondantemente smentita dagli etologi -, ci presenta la sua tesi in merito alla naturalità dell’omosessualità arrivando a sostenere l’opposto carattere non-naturale e culturale della procreazione in quanto legata a interessi di ordine sociale. È nella società, nell’organizzazione politica dello stato che dobbiamo cercare la controparte culturale alla naturale ricerca del piacere non procreativo (di cui l’omosessualità è l’esempio più immediato ma non per questo il solo). L’omosessualità, ci dice lo scrittore, così come ogni ricerca del piacere fine a se stesso «rivela, in chi la pratica, una non-resistenza alla sensualità» che, dal punto di vista dell’ordinamento sociale, viene vissuta come contrasto e opposizione in quanto «troppo pericolosamente naturale».
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